LUOGHI E NON LUOGHI_quasi perfetti




Bernynavigator Voyage è la metafora di un luogo mentale/ reale, è la trasposizione intimista di un soggiorno londinese avvenuto all’inizi del nuovo millennio spinto dalla volontà di conoscenza della GREAT LONDON, la vasta regione con le sue 9 linee metropolitane che si intrecciano con le linee ferroviarie e le sue 300 stazioni comprensive di quelle più attrezzate per gli interscambi.

Il piacere di “conoscere le città” e disegnare una propria LONDRA era motivo che partiva da lontano ovvero da quando lessi di un esercizio che faceva il designer Ugo la Pietra a Milano negli anni ’70: disegnare layer da sovrapporre con i luoghi che lui conosceva, distini per ristoranti, cabine telefoniche etc ovvero la SUA MILANO.

Chi conosce cosa vuol dire vivere in una grande metropoli ove vivono milioni di persone e transitano giornalmente nelle stazioni più affollate migliaia di viaggiatori (turisti compresi) sa di cosa parlo. Detto questo il VOYAGE si traduce in una “ fantastica visione urbana organica” ove su piccole tavole e blocchi da disegno ho trasposto i motivi più familiari e noti. Ci sono io con la valigia che raggiungo la residenza a Forest Hill, c’è un omaggio ad una ragazza che si chiama Yuky e che ora vive in Giappone etc.

Una visione certo diversa da quella razionale e tecnica di quando giravo per la cittadina di Lavello e mi inoltravo tra antichi tratturi e masserie attraversando le sue campagne nel paesaggio lucano per descriverne la sua storia urbana e territoriale.

Ma questo era il risultato di un bipolarismo fra città e campagna, metropoli e paesi.

C’è uno scrittore di Bisaccia che ha coniato un nuovo termine: PAESOLOGIA, lui si chiama Franco Arminio, quella della “Comunità provvisoria” è una bella idea, portare la centro dell’attenzione l’importanza della parola “Comunità” e provare a vedere cosa significa oggi tale termine nei luoghi più sperduti.

Nella fossa pre- murgiana negli anni 50 si sognava la Riforma Fondiaria , ipotizzando la crescita di villaggi rurali che avrebbero dovuto popolare aree distanti dai paesi . I villaggi furono quasi del tutto abbandonati negli anni 60-70, alcuni di questi però sopravvivono. Naturalmente sono stati trasformati e quindi gli spazi pubblici ed i servizi molto ridimensionati . Sono ubicati nei territori di Lavello, Venosa, Genzano di Lucania, Irsina, Matera, Canosa di Puglia, Cerignola etc.
Le loro denominazioni sono: Villaggio Gaudiano, Taccone, La Martella, Borgo Picciano,Santa Maria d’Irsi, Notargiacomo, Santa Venere, Loconia, Villaggio Moschella etc.

Una nota a parte merita Poggiorsini , sino agli anni settanta frazione di Gravina in Puglia successivamente divenuto Comune a se.

Il mio sogno realizzato a metà intoppato sul PAESAGGIO LUKANO. Poco antropizzato ed agli antipodi di quello metropolitano. Solo monti-fiumi-boschi-valloni-orridi attraversati qua e là da antichi tratturi e tratturelli trasformati in strade provinciali.

La rete pubblica dei trasporti attrezzati sono le FAL (ferrovie Appuro-Lucane) frequentate solo da studenti e qualche lavoratore pendolare da e per i capoluoghi Potenza e Matera.
Ad ogni modo il Bernynavigator Voyage si evolve dal 2002 sin’ora: la carta arretra l’urbanistika avanza, l’informale pure!

Sulle superfici rigide le città scompaiono per diventare solo macchie di COLORE , il flusso di auto notturne in movimento si riducono a tratti di “bianco iridescente”. La bidimensionalità del cartone-telato mi invita a tracciare “tessiture planimetriche” concetti embrionali di lotti riempiti di edifici a torre disseminati in ampie distese di vuoti. Lungi dall’essere pianificazione razionalista o zooning.
Nel 1998 durante un mio soggiorno a Milano scrivevo “sbarcato fra lunatiche elettricità metropolitane, ove si racconta di mondi e sogni perduti. Assolutamente separati da giochi di conoscenza Stipati e dilatati nell’arco delle 18 ore di consapevolezza . Si affaticano a faticare meno e guadagnare di più . Assolutamente coinvolti in azioni tecnicamente perfette. Per costruire una non voluta pratica pragmatica delle ore e dei giorni . Ma altrove fra vicoli a me ben noti si consumano ugualmente i giorni , ma con la giusta dose d’amore e ironia che la vita concede a chi vuol tagliare il giorno e la notte all’insegna del piacere. Un tirare e ritirare sorretti dal flusso di onde senza sosta che scandiscono ritmi eterni e naturali . CADICE come civiltà antica come porto somma di benefiche circostanze mediterranee, che fa dell’ozio e della sosta un motivo fondamentale dell’esistenza. E quindi foglie di maglie fresche ma fuori moda, e scarpe che si consumano su selciati assolati ove la mia foto ottica indugia. Creste d’onda illuminate da poderosi fari disposti sul lungomare . E non poso dedicarmi al cinema perchè toppo costoso”
In moto dalle distese di caseggiati milanesi a MODENA , lasciandosi quindi alle spalle pezzi di uomini ed asfalto , umanità di schianto schiantata fra milioni di metri cubi di contenitori sotto il cielo , panettieri e fontanieri dipendenti comunali e maestre d’asilo e poi gli IPERMERCATI più compri e più sarai felice.
Approdo a BARI ove sembrava avessi trovato un “universo compiuto” incappavo fra gli artisti del suono e dell’immagine associati. Un salto di tre anni un aereo Londra-Napoli : “ I took a car with some friends of mine. We drove to PALAZZO SAN GERVASIO where I used to live and where my relatives live. That house is my real hose. My feeling is to be inside something never changed. Everything look the same just more old. The sense of the time is of course different. The time is also different. I have no interest in what is going on in this statical circle..”
Un viaggio che vale UN VIAGGIO, dalla radiocentrica BASE Spaziale: The garage gallery si dipanano percorsi nel paesaggio rurale fra silenzi e rumori di fondo lambendo l’antica Via Appia.

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